Il Covid, come ben sappiamo, ha provocato una vera e propria strage di morti in tutto il mondo. Ma, oltre questo, un drastico calo nell’economia. In tutti i settori, in particolare nella ristorazione ma anche nell’agricoltura che in Italia ha un’importanza fondamentale anche perché i prodotti italiani vengono esportati in tutto il mondo. L’Italia è una terra ricca e famosa per la varietà dei cibi e della gastronomia, proprio grazie al settore agricolo. Nel 2020, secondo il rapporto dell’ISTAT, la produzione dell’agricoltura si è ridotta del 3,3% in volume. Il valore aggiunto lordo ai prezzi base è sceso del 6,1% e le unità di lavoro sono diminuite del 2,4%.

La pandemia ha colpito gravemente le attività secondarie (-18,9%) che comprendono quelle di agriturismo, i servizi connessi all’agricoltura (-3,8%) e la florovivaistica (-8%). Il nostro Paese, al primo posto nell’UE per il valore aggiunto dell’agricoltura (di 31,3 miliardi di euro) davanti alla Francia e alla Spagna, calcolando che il valore aggiuntivo dell’agricoltura d’insieme dell’UE è di 174,5 miliardi di euro, ha avuto il calo più drastico rispetto a quello della media dell’Unione Europea. Infatti, la variazione dell’indicatore di reddito agricolo per l’Italia è -4,8%. Quindi, solo di poco più ampio rispetto a quello medio dell’UE (-4%).

La produzione di olio, da sempre protagonista sulle nostre tavole e nei nostri piatti gustosi ma anche semplici, si riduce drasticamente (-18%). Un calo anche per la coltivazione delle piante industriali (-2,2%) e il vino (-1,9). L’impatto della pandemia ha condizionato anche le attività dei servizi e quelle secondarie delle aziende agricole. Il 2020 è stato negativo per le coltivazioni foraggere (-0,9%), ortaggi freschi (-0,5%), frutta (-0,4%) e cereali (-0,2%). L’annata è stata favorevole, invece, per la produzione di patate (+5,2%) e, in misura minore. per la produzione zootecnica (+0,3%), quest’ultima trainata dalla crescita dei prodotti zootecnici (+2,0%) che hanno compensato il calo del bestiame (-0,8%).
Le unità di lavoro hanno avuto un calo del 2,4% e il reddito dei fattori è diminuito notevolmente e, di conseguenza, l’indicatore di reddito agricolo.

Ma cosa si può fare per contrastare questa grave crisi economica?
A partire dal 1° gennaio 2021, considerando le difficoltà economiche causate dal Covid, la Commissione europea ha deciso di destinare dei liquidi per potenziare la PAC (Politica Agricola Comune).

Questo è stato annunciato dal vicepresidente della Commissione Ue all’agricoltura Paolo De Castro in un webinar organizzato da Image Line nell’ambito di Eima Digital.

Il denaro sarà ripartito in tre direzioni come ha spiegato De castro: all’Italia spetteranno 2,4 miliardi di euro. Di questi il 55% sarà riservato esclusivamente per sostenere gli investimenti in nuove attrezzature e macchine agricole che consentiranno risparmi di costi e minori impatti ambientali, sistemi di agricoltura di precisione e digitalizzazione. Un’altra direzione è quella di finalizzare la liquidità per misure agroambientali degli attuali Psr, quindi minima lavorazione, sodo, cover crops, eccetera. Infine, il denaro sarà utilizzato per il primo insediamento dei giovani agricoltori, che deve passare da 40.000 a 100.000 euro.
La liquidità è disponibile dal 1° gennaio 2021.

Bonus agricoli 2021 nel Decreto Sostegno
Sembra che il governo voglia ampliare il più possibile il raggio d’azione dell’indennità Covid con il prossimo provvedimento sugli aiuti economici. Il senatore del M5S Presutto in un post sui social, ha fatto riferimento a diverse categorie a cui spetterà il bonus cioè quelle più colpite dalla pandemia, non menzionando gli agricoltori. Si spera che arrivi presto un sostegno anche per la categoria degli agricoli.

Ilaria Cicconi

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