I tristi fatti di cronaca di Palermo e di Caivano degli ultimi giorni, che hanno visto atti imperdonabili contro giovani donne e finanche bambine da parte di branchi difficilmente definibili umani, merita una attenta riflessione. Sembra assurdo sentire parlare di stupro, in una società civile è inaccettabile che un essere umano costringa con la violenza una persona a compiere un atto contro la sua volontà. Siamo di fronte ad un grave reato che viola la dignità e l’integrità fisica e psicologica della vittima, che difficilmente potrà riprendersi da un simile trauma. Sarà segnata per sempre ed avrà difficoltà a recuperare la fiducia nell’altro sesso e più in generale verso la società. Le varie fonti o legislazioni definiscono in vari modi lo stupro che può essere definito anche come violenza sessuale o violenza carnale, ma per quanto lo definiamo in vario modo rimane sempre la efferatezza dell’atto che non può mai avere giustificazioni od attenuanti. Su questa posizione sono anche la Corte penale internazionale e le Nazioni Unite che definiscono lo stupro come un crimine contro l’umanità. E infatti quale umanità ci può essere in chi compie una tale vigliaccata? Come dicevo prima lo stupro porta con sé anche gravi effetti fisici e psicologici sulla vittima, come traumi, infezioni, gravidanze indesiderate, disturbi post-traumatici da stress, depressione, ansia, vergogna, colpa, isolamento sociale e suicidio. Basti pensare alla giovane ragazza palermitana che in questi giorni, in maniera neanche troppo velata, ha sui propri social fatto trapelare il pensiero di farla finita. Un pensiero maturato non solo per il terribile atto subito, ma anche per i cosiddetti leoni da tastiera che l’hanno accusata in qualche modo di essersela cercata. C’è poi chi si cela dietro al fatto che questi episodi succedono dove non c’è cultura e non c’è legalità. Si è vero che lo stupro è anche influenzato da fattori culturali e sociali, ma non diciamolo per non assumercene tutti una parte di responsabilità. Siamo tutti un po’ colpevoli, lo siamo quando si colpevolizza la vittima, quando voltiamo la faccia dall’altra parte, quando tendiamo a stigmatizzare l’accaduto. Una volta per tutte diamoci da fare per educare la popolazione al rispetto dei diritti umani, alla consapevolezza del consenso, alla parità di genere e alla non violenza, solo così potremo non tornare a parlare di stupro.

Leonardo Maiolica

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